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Disturbi del Neurosviluppo (congeniti)

I Disturbi del Neurosviluppo (congeniti) sono condizioni mediche che influenzano lo sviluppo e il funzionamento del cervello.

Si manifestano prevalentemente durante l’infanzia e possono presentare un range di deficit che va da limitazioni specifiche dell’apprendimento fino alla compromissione globale di abilità sociali e intelligenza.

Le Aree Disciplinari coinvolte sono Neuropsicologia, Psicoterapia (se si tratta di Disturbi comportamentali), Psicologia, Logopedia e Neuropsicomotricità.

Se ne parla in presenza di ritardi o disordini dello sviluppo linguistico non giustificati da altri tipi di deficit (cognitivi, affettivi, motori, …), riscontrati in età prescolare.

  • Disprassia Verbale Evolutiva (DVE): difficoltà nel controllo motorio sulla programmazione dei movimenti necessari a produrre suoni, sillabe, parole e frasi di senso compiuto, senza che ci siano alterazioni nell’apparato fonatorio.
  • Disturbo specifico dell’articolazione dell’eloquio: condizione in cui l’uso dei suoni (piano fonologico ritardato o deviante) è inappropriato rispetto sia all’età cronologica sia all’età mentale in presenza di un normale sviluppo delle abilità lessicali e grammaticali.
  • Disturbo del linguaggio espressivo: la capacità di esprimersi è marcatamente al di sotto del livello atteso per l’età mentale (vocabolario limitato, struttura immatura della frase, errori sintattici, omissione o sostituzione di funtori); la comprensione del linguaggio è normale o lievemente inferiore alla norma; vi possono essere anomalie dell’articolazione.
  • Disturbo della comprensione del linguaggio: deficit più o meno grave della comprensione verbale (in assenza di sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico); è associato con un più alto grado di compromissione comportamentale e nelle forme più gravi si può verificare un ritardo anche nello sviluppo sociale. In tutti i casi anche l’espressione del linguaggio è marcatamente disturbata e sono frequenti le anormalità nella produzione dei suoni verbali.
  • Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica): persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale che si manifestano attraverso deficit nell’uso della comunicazione per scopi sociali, compromissione della capacità di modificare la comunicazione per renderla adeguata al contesto o alle esigenze di chi ascolta, difficoltà nel seguire le regole della conversazione, come il rispetto dei turni o l’uso di segnali verbali e non verbali per regolare l’interazione, difficoltà nel compiere le inferenze necessaria a risalire a informazioni non esplicitate chiaramente o nel riconoscere significati ambigui.
  • Late Talker o Parlatori tardivi: ritardo nello sviluppo del linguaggio.
  • Mutismo selettivo: incapacità di esprimersi in determinati contesti o circostanze, indipendentemente dall’assenza di motivazioni fisiche.

La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale può essere efficace nel trattamento di Balbuzie e Cluttering, attraverso l’insegnamento di tecniche di gestione dell’ansia, di tecniche di rilassamento volte a ridurre la tensione muscolare e l’osservazione del pensiero e modificazione della malattitudine comunicativa.

Il Percorso logopedico prevede la definizione di obiettivi specifici tramite valutazione testistica e osservazione qualitativa per poi intervenire sulle abilità di comprensione e produzione nei vari ambiti del linguaggio (fonetico-fonologico, semantico-lessicale, morfo-sintattico, pragmatico). Nel caso dei disturbi di speech (es. disprassia verbale evolutiva) si puoò intervenire a sostegno degli aspetti motori e di programmazione del linguaggio. Inoltre anche in situazioni di ritardo nell’evoluzione del linguaggio (late talker) la logopedia offre strumenti di supporto alle famiglie al fine di garantire una stimolazione efficace.

In età scolare, creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

  • Deglutizione disfunzionale: protrarsi del meccanismo di deglutizione infantile oltre la soglia dei 7 anni.
  • Balbuzie: Disturbo della fluenza o della Comunicazione caratterizzato da alterazioni involontarie del ritmo dell’eloquio dovute a ripetizioni, prolungamenti di suoni, pause e blocchi.
  • Cluttering: disturbo della fluenza o della comunicazione caratterizzato da estrema velocità e irregolarità dell’eloquio che impediscono di percepire alcune sillabe, rendendo difficile la comprensione.
  • Disfonia: difficoltà nel produrre voce parlata, dovuta ad un’alterazione strutturale o funzionale di uno o più organi deputati alla produzione vocale (laringe, glottide, corde vocali, vestibolo buccale).
  • Squilibrio Muscolare Orofacciale (SMOF): alterazione delle funzioni orali quali suzione, respirazione, deglutizione, masticazione, articolazione fonemica.
  • Disturbo dell’articolazione temporo mandibolare (ATM): dolore persistente all’articolazione che collega la mandibola al cranio che può influenzare la capacità di parlare, mangiare e anche aprire la bocca.

Il Percorso logopedico da attivare è diverso a seconda della problematica.

Per Deglutizione disfunzionale, Squilibrio Muscolare Oro-Facciale (SMOF), Disturbo articolazione temporo mandibolare ATM, in seguito ad una valutazione specifica delle strutture oro-facciali e delle funzioni orali (respirazione, masticazione, deglutizione, posizione della lingua a riposo, articolazione dei fonemi), si programmano e pianificano gli obiettivi del trattamento logopedico: impostazione di una respirazione nasale, eliminazione di tutti i vizi orali ancora presenti, raggiungimento di una corretta postura linguale a riposo e rieducazione di masticazione e deglutizione.

Per le disfluenze (balbuzie e cluttering) gli obiettivi del trattamento differiscono principalmente in relazione all’età del paziente e al tempo che è trascorso tra l’insorgenza dei primi sintomi e la presa in carico e possono contemplare: 

  • il ripristino della fluenza normale (possibile realisticamente per interventi precoci in epoca prescolare);
  • la riduzione della severità e del numero degli episodi di balbuzie;
  • la riduzione e progressivamente l’eliminazione dei sintomi coperti (emozioni, sentimenti, attitudini negative) e dei comportamenti (come evitamento e la fuga), che rendono la balbuzie un disturbo sociale, poiché limitano e restringono la comunicazione e le relazioni del paziente;
  • il miglioramento dell’interazione e dell’iniziativa comunicativa;
  • la normalizzazione delle reazioni emotive e dei comportamenti non adeguati da parte degli interlocutori, principalmente in ambito familiare e scolastico;
  • la normalizzazione (in età evolutiva) di eventuali incompetenze di altre funzioni verbali, come ad es. ritardi o disturbi dell’articolazione, del linguaggio espressivo, dell’attenzione. 

Per la Disfonia il trattamento è volto a ripristinare le funzionalità degli organi interessati dall’alterazione e ridurre (fino ad annullare) l’abuso vocale attraverso l’impostazione di una respirazione diaframmatica corretta, esercizi vocali caratterizzati da attacchi morbidi e dall’utilizzo di SOVTE (esercizi a vocal tract semi-occluso), elaborazione di strategie personalizzate per un utilizzo vocale efficace ed economico ed un graduale carryover nella vita quotidiana. 

È possibile individuare dei segnali già a partire dalla scuola dell’infanzia, ma vengono meglio individuati nei primi anni della scuola elementare, quando si manifesta una evidente incongruenza tra le capacità intellettive e i risultati scolastici.

Si suddividono in:

  • Dislessia: difficoltà nella lettura.
  • Disortografia: difficoltà nellascrittura corretta di parole e frasi dal punto di vista della forma (ortografica).
  • Disgrafia: difficoltà nella riproduzione di segni alfabetici o numerici.
  • Discalculia: difficoltà nella comprensione dei numeri e dei rapporti tra loro, compresi i calcoli e la loro automazione.

Percorso di Neuropsicomotricità finalizzato al potenziamento grafomotorio , comprese impugnatura e gestione dello spazio sul foglio, potenziamento dell’automatismo del gesto grafico per migliorare la fluidità e velocità grafica (postura al tavolo, movimento corretto della spalla, del polso, del gomito, delle dita,…) e allo stimolo, attraverso il gioco, della conoscenza dei numeri, del concetto di quantità associato al valore simbolico del numero. Inoltre è possibile intervenire sulla conoscenza della lateralizzazione e direzionalità, importanti requisiti per scrittura e lettura.

Percorsi di potenziamento delle funzioni cognitive, soprattrutto quelle attentivo-esecutive e mnestiche.

Gestione dell’ansia legata alle prestazioni scolastiche e al miglioramento della fiducia in sé, attraverso percorsi di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

Il Percorso logopedico prevede sempre la programmazione e pianificazione degli obiettivi di trattamento, in seguito a risultati emersi dalla valutazione quantitativa e qualitativa; dopodiché per la dislessia si lavorerà su potenziamento dei prerequisiti di lettura, consolidamento dell’associazione lettera-suono,  lettura di gruppi consonantici e ortografici più complessi, aumento della rapidità di lettura e rafforzamento delle abilità di comprensione del testo scritto; per la disortografia su potenziamento dei prerequisiti di scrittura, consolidamento dell’associazione suono-lettera, scrittura di gruppi consonantici e ortografici più complessi (compresi doppie e accenti) e rafforzamento della capacità di produzione del testo scritto; per la discalculia su potenziamento dei prerequisiti delle abilità numeriche e di calcolo, attività di conteggio, attività di scrittura e lettura di numeri, calcolo a mente e calcolo scritto, attività di recupero dei fatti aritmetici e allenamento nella risoluzione dei problemi matematici.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

Disturbo neuroevolutivo che si manifesta prevalentemente durante l’età evolutiva ed è caratterizzato da alterazioni e deficit cognitivi, socio-relazionali e motori.

  • Disabilità intellettiva di livello lieve: forma meno invasiva  e più difficile da diagnosticare; può manifestarsi durante la scuola dell’obbligo con difficoltà di apprendimento e problemi di comunicazione, che però non ostacolano particolarmente lo studio e l’apprendimento; con il sostegno adeguato è compatibile con il raggiungimento di buoni risultati sia in ambito scolastico che lavorativo.
  • Disabilità intellettiva di livello moderato: l’età cronologica e quella intellettiva non crescono di pari passo e la seconda si ferma a circa 8 anni determinando problematiche comunicative e di apprendimento che comporteranno un’autonomia limitata agli aspetti più semplici della vita quotidiana.
  • Disabilità intellettiva di livello grave: l’età mentale corrisponde a 4/6 anni, anche le attività più semplici necessitano di assistenza, la comunicazione delle proprie esigenze è limitata a parole basilari.
  • Disabilità intellettiva di livello gravissimo: il supporto necessario è totale e costante, anche per le attività più semplici, la capacità comunicativa è estremamente ridotta o addirittura assente.

Attraverso la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale si può lavorare su gestione dei comportamenti problema, miglioramento delle abilità sociali, sviluppo delle autonomie e riduzione di disturbi come ansia e depressione.

Percorso di potenziamento delle funzioni cognitive, in particolare le funzioni attentivo-esecutive e mnestiche e, nei casi in cui siano compromesse, delle abilità socio-relazionali e comunicative.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

L’obiettivo del Percorso logopedico è quello di sviluppare nel soggetto le migliori competenze comunicative di cui può disporre, attraverso l’utilizzo di materiale apposito come agende visive, CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa), quaderno della comunicazione, utili anche per le autonomie quotidiane; si concorda l’utilizzo con altre figure professionali come insegnante di sostegno ed educatori; si propongono attività di comprensione verbale, denominazione, associazione logiche e simili, al fine di consolidare le competenze linguistiche.

Dall’elaborazione del nuovo DSM 5 del 2013, la nuova definizione di “Disturbo dello Spettro Autistico” si riferisce ad un singolo disturbo su un ampio spettro, ossia la diagnosi di disturbo dello spettro autistico va a rappresentare un termine “ombrello” al di sotto del quale vengono raggruppate molteplici ed eterogenee manifestazioni della condizione clinica.

Di seguito riportiamo alcuni dei tratti che possono caratterizzare lo Spettro Autistico. Si tratta di caratteristiche relative alle capacità di comunicazione e di interazione sociale.

  • Pattern di comportamenti ripetitivi: uso stereotipato del linguaggio o degli oggetti, routine e rituali inflessibili, interessi fissi e limitati.
  • Stereotipie motorie: comportamento motorio ripetitivo che può essere  con comportamento autolesivo o senza.
  • Deficit della reciprocità socio-emotiva e deficit dello sviluppo della gestione e comprensione delle relazioni e del ruolo che ricoprono i soggetti all’interno di queste: difficoltà nelle interazioni sociali e nella comprensione delle emozioni.
  • Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali: come mancanza di coordinazione tra comunicazione verbale e non verbale, anomalie del contatto visivo e/o del linguaggio del corpo, difficoltà ad interpretare la gestualità degli interlocutori, fino all’assenza totale di espressività facciale e comunicazione non verbale.
  • Iper o ipo reattività sensoriale: a rumori, odori, luci, immagini e superfici tattili.
  • Mancanza del senso del pericolo.

Percorso di Neuropsicomotricità attraverso il quale potenziare la coordinazione fine e grossomotoria, stimolare l’aggancio visivo e le richieste, le autonomie (di gioco, nel vestirsi, mangiare, nell’impugnatura, ecc…), il gioco simbolico e il gioco di scambi e turni, lavorare sui tempi di attenzione e, in gruppo, su socialità, condivisione e turni.

Percorso Neuropsicologico per potenziare le abilità socio-comunicative e relazionali (comunicazione verbale e non verbale, alternanza del turno nella comunicazione e relazione sociale, comunicazione gestuale) nonché le funzioni cognitive, in particolare le funzioni attentivo-esecutive e mnestiche.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

Il Percorso logopedico viene personalizzato in base all’età:

  • Percorso di Logopedia per bambini piccoli che non utilizzano ancora linguaggio fluente. Dopo qualche seduta di pairing per instaurare un legame di fiducia fra terapista e paziente, si lavora sui seguenti obiettivi: avviare produzione verbale; promuovere l’interazione comunicativa attraverso giochi e attività di suo interesse, mantenendo agganciato il contatto oculare; promuovere i gesti strumentali come il pointing per la comunicazione intenzionale; potenziare l’attenzione sostenuta e congiunta su attività strutturate che il bambino riesca a portare a termine accettando la partecipazione e la mediazione del terapista.
  • Percorso di Logopedia per bambini che utilizzano linguaggio fluente: si lavora sulla costruzione di frasi corrette dal punto di vista morfo sintattico, per l’elaborazione di richieste e il miglioramento della comunicazione verbale; potenziamento delle aperture sociali, delle occasioni per creare conversazioni e attività di carattere reciproco attraverso modalità ludiche e in setting di gioco; si lavora sulla coerenza dei contenuti, si allena il bambino ad elaborare un eloquio pertinente alla conversazione e non tangenziale.
  • Percorso di Logopedia per adolescenti e adulti che utilizzano linguaggio fluente: il lavoro è volto a smussare le rigidità che il ragazzo o l’adulto ha sviluppato nel tempo. Ci occupiamo dell’aumento delle aperture sociali, creando sessioni di conversazione in cui si stimola la reciprocità, il contatto oculare, si chiede il parere dell’interlocutore, si lavora sulla turnazione, le pause e i tempi di intervento. Attraverso esercizi sociali e giochi di ruolo si va a potenziare la teoria della mente, stimolando il soggetto a comprendere gli stati psichici dell’altro. Il trattamento è volto anche a migliorare le capacità di astrazione, comprensione di figure retoriche, proverbi o modi di dire, spesso ostici per questi pazienti. Si allena il soggetto a ridurre in frequenza la proposta di argomenti e interessi ristretti.

Neurodivergenza che emerge solitamente tra la scuola dell’infanzia e i primi anni della scuola elementare, caratterizzata da:

  • Disattenzione ovvero scarsa concentrazione, tempi di reazione inadeguati, difficoltà nella percezione visiva e percettiva, scarsa capacità di ascolto, soprattutto per tempi prolungati.
  • Impulsività ovvero svolgimento di azioni in modo affrettato con il rischio di provocare danni anche importanti (es. attraversare la strada senza guardare).
  • Iperattività ossia irrequietezza, attività motoria eccessiva, difficoltà a mantenere una posizione statica quando richiesto (es. stare seduti al banco).

Percorso di Neuropsicomotricità dedicato al lavoro sul rispetto del turno e sulla postura al tavolo, al potenziamento dei tempi di attenzione e all’inibizione della risposta impulsiva a favore di un ragionamento.

Percorso Neuropsicologico basato sulla gestione dei comportamenti problema, ossia pericolosi per sé, per gli altri e/o per l’ambiente circostante, attraverso la messa in atto di strategie specifiche; potenziamento delle abilità socio-comunicative e relazionali; sostegno nella gestione della frustrazione e dell’attesa.

Percorsi di potenziamento delle funzioni cognitive, soprattrutto quelle attentivo-esecutive e mnestiche.

Attraverso la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale si può lavorare sia sul miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, sia sulla gestione dell’impulsività, sull’organizzazione e sulla pianificazione, riducendo la procrastinazione e migliorando la gestione del tempo; a cascata si interviene anche su gestione delllo stres e dell’ansia e miglioramento delle relazioni interpersonali.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

Dal punto di vista emotivo ed emozionale, attraverso la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, si lavora sull’alfabetizzazione emotiva per insegnare ai bambini a riconoscere e dare un nome alle proprie emozioni migliorando la consapevolezza emotiva e facilitare la gestione delle emozioni; su strategie di autoregolazione, come la respirazione lenta, per aiutare i bambini a prendersi una pausa, prima di agire in maniera impulsiva e sullo sviluppo di abilità di problem solving alle quali possano attingere per gestire situazioni frustranti, valutando le possibili soluzioni alternative e le conseguenze delle proprie azioni.

Disturbo del neurosviluppo caratterizzato da un comportamento marcatamente provocatorio prevalentemente nei confronti di quella che viene percepita come l’autorità.

Gli elementi principali che lo caratterizzano sono:

  • Irritabilità, spesso derivante da una difficoltà nella gestione della frustrazione e dell’attesa.
  • “Disobbedienza” conseguente alla difficoltà ad accettare ordini e/o richieste.
  • Provocazione determinata prevalentemente da una modalità relazionale disfunzionale che quindi può essere messa in atto per attirare l’attenzione oppure come reazione alla frustrazione.
  • Scarso controllo degli impulsi ovvero difficoltà ad accettare l’attesa e a controllare impulsi sia verbali che motori e continua ricerca di nuovi stimoli, alla ricerca di energia.

Percorso Neuropsicologico basato sulla gestione dei comportamenti problema, ossia pericolosi per sé, per gli altri e/o per l’ambiente circostante, attraverso la messa in atto di strategie specifiche; potenziamento delle abilità socio-comunicative e relazionali; sostegno nella gestione della frustrazione e dell’attesa.

Modifica dei pensieri e delle credenze disfunzionali, gestione della rabbia e tecniche per la risoluzione dei conflitti. Miglioramento delle abilità sociali o sviluppo di abilità sociali adeguate con i pari, con la famiglia e con l’autorità.

Tecniche di comunicazione assertiva e ascolto attivo.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

Percorsi di gestione della rabbia e dell’aggressività attraverso il programma Coping Power: un programma completo di intervento e trattamento, per figli e genitori, per la modulazione della rabbia e dell’impulsività in bambini e ragazzi, efficace nel ridurre in maniera significativa e stabile le condotte aggressive e i comportamenti a rischio.

Attraverso il gioco ed il movimento si può intervenire sul rispetto di turni e regole, sull’interazione nel lavoro di gruppo, sui tempi di attesa e sull’autoregolazione comportamentale e motoria.

Meglio descritto nella sezione dedicata ai Disturbi di Personalità, si caratterizza per una totale mancanza di considerazione per gli altri e per le regole sociali, fino al disprezzo e alla manipolazione per tornaconti personali.

Può sfociare in delinquenza, tossicodipendenza, nella totale mancanza di integrazione sociale per l’impossibilità di seguire le regole e può essere uno dei possibili scenari di un ADHD non trattato.

Intelligenza superiore alla media sia per quanto riguarda il QI, che per quanto riguarda le Funzioni Esecutive in generale, con uno sviluppo marcato di creatività, sensibilità, emotività e ricettività affettiva, tali da poter provocare problematiche anche molto serie.

Creazione di percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

Attraverso percorsi di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale si lavora sull’identificazione delle emozioni e sulla loro gestione, ma anche sullo sviluppo di abilità sociali adeguate con i coetanei, miglioramento dell’autostima, riduzione del perfezionismo e aumento dell’autoregolazione.

Disturbi del movimento

Riguardano i malfunzionamenti della muscolatura volontaria, dell’apprendimento procedurale e degli automatismi e coinvolgono i circuiti nervosi che regolano la funzione motoria.

  • Disturbo della coordinazione motoria (DCM): disturbo neuroevolutivo che influisce esclusivamente sullo sviluppo della coordinazione motoria, senza toccare minimamente lo sviluppo intellettivo. Difficile da diagnosticare (spesso viene scambiato per goffaggine), può provocare conseguenze importanti anche nella sfera comportamentale, in quella emotiva e in quella relazionale. Le difficoltà possono essere grosso-motorie (ritardo nelle tappe di sviluppo e nell’apprendimento degli schemi e automatismi motori) o fino-motorie (difficoltà a svolgere compiti quali allacciarsi le scarpe, abbottonarsi, scrivere, …).
  • Disprassia Motoria: riguarda la difficoltà di pianificare le azioni. Diverse forme di Disprassia Motoria possono coesistere in modo disomogeneo: Disprassia dello sguardo, Disprassia verbale, Disprassia orale, Disprassia degli arti, Disprassia dell’abbigliamento, Disprassia del disegno, disprassia della scrittura, Disprassia costruttiva, Disprassia della marcia.
  • Disturbo del movimento stereotipato: comportamento motorio ripetitivo senza alcuna finalità che può interferire anche pesantemente con le relazioni sociali, scolastiche e ricreative e portare ad autolesionismo.
  • Disturbo da Tic e Sindrome di Tourette: movimenti motori o vocalizzazioni improvvisi, rapidi, ricorrenti, che possono essere preceduti da tensione e seguiti da vergogna, colpa o disagio; possono aumentare sotto stress.
  • Disturbo non verbale o visuo-spaziale: deficit nella percezione e nell’esplorazione visiva, difficoltù nell’analisi e nella codifica degli spazi e delle relazioni nello spazio, carenze nella coordinazione, nella pianificazione e sul controllo motorio.

Percorso di Neuropsicomotricità finalizzato al potenziamento di motricità fine e coordinazione grossomotoria, allo stimolo delle autonomie (vestirsi, mangiare, impugnatura), training grafo motorio e stimolazione della pianfiicazione di un’azione e gestione di attività in autonomia.

Attraverso la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale possono essere messi in atto percorsi finalizzati all’auento della consapevolezza e del controllo muscolare e sull’insegnamento di tecniche per la gestione ed estinzione dei TIC.

Nei casi in cui i disturbi del movimento influiscano negativamente sugli apprendimenti, è possibile intraprendere anche percorsi personalizzati per l’acquisizione di un metodo di studio efficace (dalla class 3^ della scuola primaria) e potenziamento delle abilità degli apprendimenti che risultano deficitarie attraverso l’utilizzo di software specifici.

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